ll perfezionismo è un ’ attitudine a richiedere a se stessi

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  • 02/09/2020 - 15:37

ll perfezionismo è un’attitudine a richiedere a sé stessi (ma anche agli altri) prestazioni di qualità superiore rispetto a quanto la situazione richieda.
Esso può trovare espressione in molte aree del nostro agire: lavoro, scuola, sport e anche attività svolte nel tempo libero.
Un individuo che persegua con entusiasmo le proprie mete e si impegni molto in vista di un obiettivo senza lasciarsi abbattere da errori ed inevitabili fallimenti, può essere detto “perfezionista” (per impegno, rigore, dedizione) ma di un perfezionismo sano, che può migliorare la qualità della vita.
Diverso è quando la rincorsa della perfezione finisce con il far perdere di vista il piacere di perseguire i propri scopi perché il “come” (standard molto elevati) diventa più importante del “cosa” (raggiungere i propri obiettivi).
Il perfezionismo può avere effetti negativi sul benessere personale in particolare quando

  • gli obiettivi da raggiungere sono alti e gli standard molto rigidi
  • L’investimento negli obiettivi è totalizzante ed induce a trascurare altri interessi ed ambiti di azione
  • L’errore e il fallimento assumono il valore della disfatta totale
  • Raggiungere un obiettivo (o non raggiungerlo) diventa un indice del proprio valore personale (o di disvalore) e non qualcosa di circoscritto in un ambito specific
  • Si è particolarmente severi nel giudizio verso sé stessi rispetto al proprio “riuscire o non riuscire” e si teme molto il giudizio altrui.

Questo tipo di perfezionismo è spesso controproducente, per diversi motivi.
Anzitutto perché standard troppo elevati possono demotivare dall’intraprendere qualsiasi iniziativa bloccando i progetti alla radice o portando a rimandarne continuamente l’inizio (perché richiedono troppo impegno e aprono scenari di enormi sforzi e frustrazione).
Inoltre pretendere la perfezione ad ogni costo spesso porta a focalizzarsi sugli errori facendo perdere di vista i progressi che si stanno facendo.
Infine l’alta probabilità che ogni errore o fallimento venga letto come segno di disvalore personale e di incapacità rappresenta una forte minaccia per l’autostima.
Tutto ciò induce malessere e può portare stati di ansia, umore depresso, isolamento, stanchezza, rinuncia ad attività piacevoli. Il perfezionismo estremo ha effetti negativi sulla qualità della vita.

Spesso la persona che ha questa attitudine considera l’avere standard elevati, l’essere severi nel giudizio e il rinunciare alle distrazioni, non solo utile nel perseguire i propri scopi ma soprattutto “l’unico modo possibile” per farlo. Tende a sottovalutare i costi in termini di malessere, insoddisfazione, rinunce.
Talvolta però - magari a seguito di un mancato successo - il malessere può diventare molto forte. Si percepisce un impoverimento nella propria vita (per il fatto di trascurarne ambiti importanti), il peso della frustrazione sempre incombente, l’amarezza della severità verso sé stessi. Si avverte un forte desiderio di poter “staccare la spina”. Magari si arriva a chiedersi se sia possibile cambiare atteggiamento verso i propri “doveri” e sé stessi.
In realtà il perfezionismo, come ogni attitudine rigida, può essere modificato. Si può imparare a darsi obiettivi più realistici tenendo conto di cosa davvero ci sta a cuore, a non marginalizzare aree importanti e vitali della nostra esistenza. È importante imparare a leggere diversamente il senso dell’errore e del fallimento: essi servono a segnalarci che c’è qualcosa da cambiare… o qualcosa da imparare.
Infine cerchiamo di ricordarci che la perfezione, per definizione, presuppone la non necessità di cambiamento quindi l’immobilità.

Ciò è incompatibile con la vita che è mutamento continuo, perenne divenire.

 

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Dott.ssa Maria Novella Rossi
Psicologa - Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale
Interprete Lingua dei Segni Italiana (LIS)

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